TAIJI KASE

Anche se il Maestro Kase è vissuto e ha insegnato stabilmente in Francia, egli è ben noto ai karateka italiani per i numerosi stages che ha diretto nel nostro paese e per avere insegnato, molti anni or sono,  per un periodo abbastanza lungo a Milano, ospite del Maestro Shirai.

Taiji Kase nasce il 9 febbraio 1929 a Chiba. Inizia la pratica dello Judo all’età di sei anni; diventa uno dei migliori combattenti per la sua abilità, per la velocità di esecuzione e per la potenza delle sue tecniche.
Ottenne il 2º Dan nel 1944. Nello stesso anno, cominciò la pratica del Karate-do e fu per caso che vide “Karate-do Kyohan”, il libro di Sensei Gichin Funakoshi (1868-1957), rimanendone molto impressionato. Decise così di andare a conoscerlo. Il Maestro Funakoshi, dopo essersi assicurato delle intenzioni del giovane quindicenne Taiji Kase, lo accettò come allievo nello Shotokan-Dojo. In quegli anni praticò contemporaneamente il Judo ed il Karate, anche un po’ di Aikido; ebbe anche la possibilità di conoscere Morihei Ueshiba in persona. Alla fine del marzo del 1945, a soli 16 anni, si arruolò nell’Armata; più precisamente nel corpo speciale dei Kamikaze. Tuttavia, la guerra finì nell’agosto dello stesso anno e per questo di solito affermava che dato che poteva morire in guerra e invece non era accaduto, non aveva mai un vero motivo per essere triste.
Si laureò in Scienze Economiche all’Università di Senshu nel marzo del 1951.

Nel 1964 lasciò il Giappone per impartire i suoi insegnamenti: si recò in Sudafrica nel 1964, nel 1965 realizzò un tour di seminari negli USA, in Germania, in Olanda ed in Belgio, nel 1967 si recò a Milano per aiutare il Maestro Shirai, finché arrivò in Francia e si stabilì a Parigi.

In quegli anni la Francia era ai vertici del Karate europeo e il M° Kase fu subito chiamato dal presidente Jacques Delcourt ad allenare l’equipe francese, incarico che comunque lui lasciò di lì a poco per una precisa scelta di vita: l’insegnamento del Karate Shotokan secondo i più puri precetti del suo fondatore. Libero da condizionamenti politico-sportivi egli incarna l’amore per il Karate cui ha dedicato la vita.

La rettitudine del suo comportamento, la lealtà verso gli amici e gli allievi, la profonda umanità che lo contraddistingue, fanno di lui un punto di riferimento preciso per quanti amano il Karate-do al di sopra delle sigle. Un esempio vivente per quanti del Karate fanno un modo-vivendi. Praticare e ancora praticare, portare il corpo, la mente, la volontà oltre i propri limiti per scoprirli, superarli; usare il praticare per avere una tecnica reale ed efficace. In questo si viene accompagnati sotto la sua sapiente guida.
Attraverso la pratica con il M° Kase si approfondiscono soprattutto gli aspetti di tecnica grande (O Waza) e tecnica piccola (Ko Waza) studiati da lui con il suo maestro Yoshitaka Funakoshi e da lui costantemente ricercati.
Per incrementare l’efficacia della tecnica marziale, il M° Kase la ripeteva le sequenze miliardi di volte, sino allo sfinimento.
La continua ripetizione, la fatica fisica, mentale e spirituale, forgiava sia la tecnica stessa (rendendola sempre più raffinata) sia la resistenza.

Nel 1986 decide di chiudere il suo Dojo a Parigi per dedicarsi interamente alla diffusione del Karate-do andando ad insegnare in diversi paesi europei; Italia, Olanda, Belgio, Germania dedicando le sue energie alla crescita non solo tecnica di quanti lo seguivano.
Sempre nei primi anni 80 decide di pubblicare due testi: “Karate-Do Kata”, nel quale indica le tecniche e le applicazioni dei 5 Heian e dei 2 Tekki e in seguito “18 Kata Superieurs Karate-Do Shotokan Ryu”

Nel 1989 fonda la W.K.S.A. (World Karate Shotokan Accademy) l’Accademia che unisce assieme persone di diversi paesi che seguivano il suo programma di insegnamento di Karate-Do che ha come simbolo Gi: dovere e l’impegno di diffondere la vera esistenza del Karate Shotokan,

Modesto quanto bravo, vera antitesi dei tanti istruttori esibizionisti, non si è mai occupato di politica ma ha pensato soltanto a praticare ed a trasmettere agli allievi il suo entusiasmo e le sue conoscenze.
Si racconta che di lui il M° Shirai disse: “Quando il Maestro Kase fa kumite con noi (e con quel “noi” si riferiva ai più famosi istruttori giapponesi della JKA) gioca, scherza. Se dovessimo combattere veramente ci ucciderebbe tutti“.

C’è invece un episodio particolare in cui il Maestro Kase ha dato un grande insegnamento a tutti i praticanti di arti marziali. In occasione di una dimostrazione di Karate il Maestro Kase si esibì con il suo Kata preferito “Chinte”, ma ad un certo punto commise un errore e si fermo un istante. Poi pronunciò “Heian Shodan”, il primo Kata della pace e della tranquillità e lo esegui con grandissima intensità.
Perché ricominciare da zero? Perché riprendere dal primo Kata?
Quando si commette un errore non si deve avere paura di sbagliare, ma è necessario tirare fuori il meglio di se e ripartire dai fondamentali per tornare agli alti livelli di conoscenza.

10° Dan. Morì il 24 novembre 2004 e ancora oggi è considerato la massima espressione del Karate tradizionale.

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