GOJUSHIHO-SHO E GOJUSHIHO-DAI

Le origini
Si pensa che Gojushiho sia giunto ad Okinawa dalla Cina grazie al M° Matsumura. La provenienza cinese è testimoniata dall’influenza degli stili della Gru e della Tigre, in esso presente. Le prime notizie inerenti a questo Kata risalgono attorno al 1600, nei Bubishi, i testi considerati la Bibbia del Karate. Vi si fa riferimento, parlando di movimenti simili a “i 54 passi della tigre nera e il pugno della gru bianca”. Fu poi il M° Anko Itosu a creare Gojushiho Sho e Gojushiho Dai, quale sintesi della sua personale esperienza nell’ambito del KarateDo.
Si ritiene il Gojushiho il più antico fra i Kata esistenti di Okinawa. Il significato originale è “54”, mantenuto anche nella traduzione giapponese con la sola aggiunta della parola “passi”.
GOJUSHI: cinquantaquattro, HO: passi, SHO: piccolo = Cinquantaquattro Passi Piccolo.
GOJUSHI: cinquantaquattro, HO: passi, DAI: grande = Cinquantaquattro Passi Grande.

Curiosità: In questo Kata sono presenti tecniche a mano aperta, con diversi movimenti, una in particolare a forma di “becco di gru”. Il M° Funakoshi chiamò il Kata “Hotaku” per la sua somiglianza con un picchio che colpisce la corteccia di un albero.

La denominazione del Kata Gojushiho differisce tra le varie federazioni: alcuni ritengono Gojushiho Dai il più antico e Gojushiho Sho più recente, altri attribuiscono il motivo di questa confusione al capo istruttore JKA Ueki Masaaki.
Si dice, infatti, che durante un torneo JKA, in diretta televisiva nazionale, abbia eseguito il kata Gojushiho Dai mentre, per sbaglio, aveva dichiarato “Gojushiho Sho!”
Ueki Masaaki eseguì il kata con tale e tanta forma, dinamicità, forza e velocità che i giudici, confusi e in diretta nazionale, non sapendo cos’altro fare, assegnarono a Ueki il primo posto e cambiarono i nomi dei due kata. Secondo questa leggenda, quindi, chi oggi pratica karate chiama il kata di base Gojushiho Dai.
Tuttavia, la maggior parte delle federazioni di Karate si riferiscono al kata più difficile come Dai e al kata più semplice come Sho.
La storia di Ueki è vera? Forse si, forse no ma ha preso piede dall’anno scorso quando un articolo di Wikipedia sui kata Gojushiho, ha presentato questa storia come un dato di fatto.

La verità sulla diversa denominazione di Gojushiho
C’è anche un’altra tesi sulla disparità di denominazione tra la SKIF del M° Kanazawa e le altre organizzazioni Shotokan; si dice infatti che Hirokazu Kanazawa abbia chiamato Gojushiho-Sho il kata con le posizioni più antiche (Neko ashi-dachi) e Gojushiho-Dai quello con le posizioni più recenti (Kokutsu-dachi) stabilendo quella che, secondo i sostenitori di questa tesi, fosse la cronologia dei due kata.
Tuttavia, la verità sembra essere un’altra, abbastanza chiara anche perchè il Traditional Karate Magazine nel 2003, dopo un seminario tenuto dal M° Kanazawa, ha pubblicato un articolo nel quale si legge:
“Una spiegazione particolarmente interessante che Shihan Kanazawa ha dato è stata la ragione per cui ha scambiato i nomi dei due kata. Spiegò che, come nel caso dei kata Bassai e Kanku, il “Dai” è di solito il più lungo ma meno complicato. Gli istruttori della JKA stavano già praticando e insegnando Gojushiho Dai (quello con le tecniche di ippon nukite) prima che Gojushiho Sho (quello con le tecniche di shihon nukite) venisse introdotto nella federazione.
A questo punto era chiaro che il vecchio kata, anche se più complicato, avrebbe dovuto essere la forma Sho, e quindi Shihan Hirokazu Kanazawa ne cambiò i nomi.”

Questo chiarisce il perchè della differenza tra i nomi dei kata SKIF e tutti gli altri, ma solleva una domanda, se vogliamo, più grande: perché la denominazione JKA è “sbagliata”?
Kanazawa fornisce alcuni suggerimenti anche qui. Nel suo libro del 2009 “Karate: The Complete Kata”, l’autore ritiene -semplicemente- che le desinenze “Sho” e “Dai” si siano invertite al momento della loro introduzione e portando a sostegno di questa sua tesi il fatto che nel suo libro del 1935 “Karate-do Kyohan” Gichin Funakoshi descriveva i 15 kata fondamentali del sistema Shotokan. Tuttavia, nel 1943, in un altro suo testo “Karate Nyumon“, alle pagine 58 e 59, Funakoshi elenca un certo numero di kata studiati allo Shotokan, tra cui un “Hotaku” (il nome che, come abbiamo scritto all’inizio di questo articolo, Funakoshi diede a Gojushiho). Sia Kanku che Bassai sono elencati separatamente come Dai e Sho, ma nell’elenco c’è soltanto un Hotaku.

Secondo Masatoshi Nakayama, alcuni kata sono entrati nel sistema JKA perché il Maestro Funakoshi lo portava in giro per il Giappone per visite di cortesia ad alcuni vecchi maestri di Osaka, Kyoto, Okuyama e Hiroshima e  “… quando abbiamo visitato il Maestro Mabuni, il Maestro Funakoshi mi ha detto di imparare Gojushiho e Nijushiho in modo da poterli studiare più attentamente.”
Sappiamo che il programma JKA conteneva già un kata Gojushiho (Hotaku) nel momento in cui a Nakayama fu chiesto di imparare da Mabuni. Secondo quanto sostiene il M° Kanazawa, quindi, questo secondo kata dovrebbe essere il “Sho” di JKA.

Speriamo che queste informazioni possano aiutare a chiarire il mistero delle diverse denominazioni.

03 dicembre 2019

Credits
www.wikipedia.it 
www.nerjukankarate.it
liberamente tradotto da www.shotokantimes.com 

ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA
Via Manno 60, 09123 Cagliari (CA)
C.F. 92002810924
AFFILIATA E.P.S. – A.S.I. – COD. SARCA0347

Pin It on Pinterest