COME PIEGARE IL KARATE-GI
Nella pratica delle arti marziali ci si allena indossando una uniforme, un abito che nel Karate prende il nome di “Karate-Gi” (Gi=abito, si pronuncia “ghi”), composto da una giacca (uwagi), da un paio di pantaloni (zubon) e da una cintura (obi) il cui colore definisce il grado.
Karate-Gi quindi è il nome corretto ma questo abito può anche essere chiamato, in modo più generico, “keikogi” o “dogi”, ma mai, perchè assolutamente sbagliato, “kimono”, un tipo di vestito della tradizione giapponese che non ha nulla a che vedere con la pratica delle arti marziali.
Prima del 1920 non esisteva una uniforme per la pratica del karate; ci si allenava con gli abiti del quotidiano, al più a torso nudo o con i pantaloncini corti.
Inutile dire che fu il maestro Gichin Funakoshi ad introdurre il Keikogi bianco, che diventò così l’abito ufficiale del karate e, nello stesso tempo, un modo per comunicare che chi sale sul tatami annulla le distinzioni esteriori.
Ma c’è un altro aspetto importante nell’uso del keikogi: il rispetto per il Dojo e per i suoi praticanti.
Il Karate-Gi infatti deve essere curato sia per quanto riguarda la sua pulizia sia per il suo aspetto.
Un modo per averne cura è saperlo piegare prima di conservarlo nella borsa, gesti che esprimono non solo il nostro ringraziamento verso chi a casa, materialmente lo cura lavandolo e stirandolo, ma anche un modo per salvaguardare la spesa per il suo acquisto.
Esistono fondamentalmente due modi per piegare il Karate-Gi.
Uno è il “Maki no Gi” (gi arrotolato) normalmente utilizzato se non si usa una borsa.
L’altro, il più diffuso, per il quale vi mostriamo il video, si chiama “Shikaku no Gi” (gi esattamente piegato, squadrato).